I châkra


L’uomo vive assorbendo il Prâna - energia vitale diffuso nell’aria e negli elementi, che poi circola in settantadue condotti superfisici detti nâdî, analoghi al sistema nervoso, arterioso e venoso.

Interiormente alla nâdî cerebrospinale vi sono i centri psichici detti châkra in sanscrito e khorlos in tibetano, letteralmente "ruota", perché trattasi di sfere di energia che si irradiano dai plessi e dai gangli nervosi alla colonna vertebrale.

Essi rappresentano le porte di accesso per la corrente energetica e vitale nel nostro corpo psichico.

I châkra principali sono sette, disposti dalla base della colonna vertebrale alla sommità del capo in senso verticale: Quando il châkra è aperto, l’energia fluisce liberamente penetrando tutti gli strati dell'aura, quando invece è chiuso o bloccato, essa trova un ostacolo e non penetra: in quel punto.
Avremo così uno squilibrio a livello fisico o mentale-spirituale o anche ad entrambi.

La funzione principale dei châkra è quella di assorbire l'energia cosmica, metabolizzarla ed alimentare le nostre auree.

I châkra, alla base del Raja Yoga, costituiscono probabilmente l'argomento più complesso di tutto lo yoga perché alla loro base ci sono tante altre conoscenze, come la reincarnazione, le vite precedenti, il nostro karma…